La cucina abruzzese...

La cucina abruzzese  è  un insieme di gusti diversi che si articola attorno ad alcuni ingredienti principali...grazie alla sua natura prevalentemente montuosa sin dai tempi più antichi vi è stato lo sfruttamento pastorale tanto che l'allevamento ovino per molti anni ha svolto un ruolo determinante nell'economia del paese... a testimonianza della transumanza abruzzese  cioè dello spostamento stagionale dei greggi  si legge sin dall'antichità anche nelle poesie di Gabriele D'Annunzio, poeta pescarese del 1863... "Settembre, andiamo. E' tempo di migrare... Ora in terre d'Abruzzi i miei pastori lascian gli stazzi e vanno verso il mare..."

Tra i primi piatti abruzzesi il più diffuso sono gli spaghetti alla chitarra con polpettine,  impasto di uova e farina, tirata e stesa finemente per poi tagliarla con "Lu carratur" o "la chitarra".... un attrezzo tradizionale con un telaio in faggio e nella parte alta un insieme di fili di acciaio paralleli come i fili di una chitarra musicale.... nascono gli spaghetti alla chitarra particolari perchè di forma quadrata da condire con un buon sugo di ragù e con minuscole polpettine di carne esclusivamente fatte a mano. Altri piatti tipici sono le fettuccine al ragù, gli gnocchi di patate, i ravioli di ricotta dolci (molto diffusi nel teramano) o salati, agnolotti di stracotto, cannelloni di carne, timballo all'abruzzese tipica pasta al forno con crepes all'uovo , tagliolini e fagioli, scrippelle in brodo (scrippelle 'mbusse!), anellini alla pecorara con verdure e ricotta fresca, maltagliati, lagane con i ceci....

Tra i secondi piatti tipici della nostra regione non può mancare l'agnello proprio per la tradizione pastorale che ci ha sempre contraddistinto... buono alla griglia ma anche da cucinare al forno o anche a spezzatino in umido.... famosi sono le rostelle o arrosticini di castrato che sono dei piccoli pezzi di carne inseriti in uno spiedone di legno e cucinati a carbone; la pecora alla callara (termine abruzzese che indica una grande pentola), mazzarelle ripiene di interiora di agnello... ma non solo agnello per i nostri secondi... anche pollo ruspante al forno, lesso di gallina (quello con cui si è fatto il brodo per le scrippelle), bistecche di vitello, salsicce di carne o di cotechino, arrosti di vitello o di maiale cotti al forno, polpettone ripieno, la galantina (pollo o tacchino o gallina disossata e poi fatt ripiena con uova e altri ingredienti)  , la trippa con fagioli, le polpette cac' e ove....

Con gli ortaggi che la terra offre sono molteplici i contorni che la tradizione abruzzese propone: rinomata è la "tiella" ossia una teglia dove disporre zucchine, carote, cipolla, peperone, melanzana e aromi freschi di stagione per poi cucinarla al forno; rape e fagioli, voliche e fagioli, patate al coppo, cicoria amara, lenticchie di santo stefano... con alcuni di questi ingredienti è possibile fare dei buoni fritti pastellati o delle buone minestre in brodo. Un esclusivo piatto teramano che si prepara esclusivamente il 1° maggio sono "le virtù" teramane ossia un insieme di legumi che vengono cucinati separatamente per poi essere riuniti per essere bolliti con verdure di montagna e odori vari insieme a polpettine di carne e pomodoro fresco e, a piacere, un insieme di paste diverse... Tanti sono i dolci da menzionare: primo fra tutti è la pizzadolce abruzzese ossia la torta delle feste quella fatta con pan di spagna e a strati di crema bagnata con liquore; le neole (ferratelle in altri paesi d'abruzzo)  un impasto di uova e farina cotte in un ferro rovente, i fritti di latte, i calcionetti natalizi ripieni di castagne, le sfogliatelle e le sfogliate, la cicerchiata, le castagnole di carnevale, le chiacchiere, gli uccelletti di sant'Antonio ripieni di marmellata, la pizza di pasqua, tarallucci abruzzesi ripieni di marmellata d'uva e mosto, i sassi d'abruzzo ossia le mandorle caramellate con lo zucchero, il famoso parrozzo tipico della zona di pescara di cui Gabriele d'annunzio dopo averlo assaggiato scrisse "é tante 'bbone stu parrozze nove che pare na pazzie de San Ciattè, c'avesse messe a su gran forne tè la terre lavorata da lu bbove, la terrre grasse a lustre che se coce.... e che dovente a  poche a poche chiù doce de qualunque cosa doce..."